UNA DEDICA

Come gli antichi vasai, Mauro Braglia crea le sue sculture solidificando una materia che è per definizione friabile e incostante : La sabbia.
Usata fin dall'antichità per segnare il tempo che passa, spazzata anche dal più lieve alito di vento e sciolta anche con poche goccie d'acqua, se presa allo stato spontaneamente reperibile sembra la materia più debole, leggera e inconsistente, eppure Mauro Braglia, in questa asettica sorella della terra e ruvida parente della polvere, ha saputo scorgere un segreto : se si trattano i granelli come atomi e si da loro coesione, la debole fragile sabbia diviene la più dura delle pietre.
I personaggi dello scultore toscano conservano il loro aspetto sabbioso perchè chi li osserva possa vedere la loro autentica costituzione : un turbine, un fumo di particelle che il pensiero dell'artista ha solidificato plasmandone le figure essenziali.
Sicuro e personale erede del cubismo sintetico, quasi alla Archipenko, Braglia toglie il volto ai suoi musici e danzatori perchè di umano resti loro solo la forma base a ricordare l'origine della mente che li ha creati, il resto è tutto armonioso, continuo movimento.
                                                               
                                                       Alfonso Confalone
                                                           Critico d'arte
                                       Segretario dell'Ass.Galleria Centro Storico  
                                                              Firenze